Il dirigere cori è collegato all’ attività delle mie masterclass corali con un metodo chiamato “Rhythm’n’Voice”, inventato insieme a Giò Bosco nel 2009, in cui si collega la vocalità con il ritmo attraverso l’uso di piccole percussioni, integrando un tessuto ritmico con il lavoro corale e solistico delle voci.

Nel 2015 ho cominciato ad avere due classi stabili a Forlì a Monterotondo e a Montereale.Con loro faccio un incontro mensile full immersion di quattro ore.

Nel 2015 la mia attività di progetti discografici e live si è notevolmente intensificata, caratterizzandosi con un forte ritorno al blues.

Oltre al duo con Zampaglione, ho inciso due brani nel nuovo disco dell’amico Stefano Tavernese ed ho partecipato come cantante e pianista ad un prezioso progetto che si chiama Mandolin blues, incentrato sulla rivalutazione di questo strumento con la leadership di Lino Muoio, musicista blues napoletano membro degli storici Blue Stuff.

Inoltre è attivissimo in tutta Italia il mio nuovo trio, con Angelo Cascarano, chitarra, basso e voce e Roberto Ferrante, batteria e voce, oltre a me che suono organo, piano e canto. Questa formazione è caratterizzata dalla varietà del sound(quando io suono il piano Angelo suona il basso e quando suono l’ organo lui suona la chitarra) e dal sound delle voci.

Il progetto live più corposo che è nato nel 2015 è però “Mario Donatone plays Ray Charles”, in cui rivisito il repertorio più scelto di questo gigante del novecento con un’orchestra con cinque fiati (Claudio Corvini, Carlo Capobianchi alle trombe, Andrea Polinelli, Alessandro Tomei, Henry Cook ai sassofoni), due voci femminili, Giò Bosco e Isabella Del Principe, Angelo Cascarano voce e chitarra, Danilo Bigioni al basso, Roberto Ferrante batteria e voce, io al piano e alla voce.

Avevo già iniziato un progetto simile dieci anni prima, ma questo è impostato ad un livello mai raggiunto prima dalle mie formazioni su questi brani, basti ascoltare nei video su youtube gli arrangiamenti dei fiati di Andrea Polinelli su Living for the city, e di Mario Corvini su Georgia on my mind.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]