Nel 2010 inoltre mi chiama d’improvviso in piena notte Federico Zampaglione, che aveva ripreso in mano la chitarra National e voleva riprendere a fare del blues. Dopo qualche incontro a casa sua formammo i “Buzz”, con Danilo Bigioni al basso e Roberto Ferrante alla batteria, cui si è unito successivamente il fratello di Federico, Francesco, che suonava varie chitarre e tastiere. Abbiamo fatto clubs, teatri e festivals come Jazz Image e il Pistoia Blues Festival, e attualmente siamo di nuovo molto attivi in duo, vestiti in smoking e con un ricercato repertorio di blues acustico.

Nel 2013 ho anche suonato il piano su quattro brani del disco “Indagine su un sentimento”, dei Tiromancino.

Nel 2011 grazie al mio indimenticabile amico Giampiero Rubei io e Giò portammo l’esperienza del coro all’interno della Casa del Jazz di Roma, ribattezzandolo World Spirit Orchestra, il nome che ha tuttora.

Siamo stati quasi tre anni in questa struttura producendo spettacoli teatrali-musicali come “Black History”, con Linda Valori come special guest, concerti in teatri, clubs e rassegne e siamo stati notati da Neri Marcorè che ha coinvolto tutto il coro nella sua innovativa trasmissione televisiva “Neripoppins”, usandolo come strumento teatrale-musicale per performance umoristiche con lui nei panni di un predicatore-truffatore, oltre che con Mario Biondi, Lillo, Vinicio Capossela.

In seguito il coro ha mantenuto questa sua vocazione musicale-teatrale, partecipando a lavori molto diversi tra loro ma di notevole qualità come “Worksong”, dell’artista multimediale ungherese Hajnal Nemeth, al Teatro Valle nel 2014, e W.A.M, nello stesso anno al Teatro Studio Uno, con la regìa di Claudio Boccaccini. Nel 2015 con World Spirit Orchestra abbiamo messo su una versione corale di “Porgy and Bess”, il capolavoro di George Gershwin, grazie all’aiuto negli arrangiamenti del grande Riccardo Biseo, uno dei più fini arrangiatori e pianisti del nostro jazz.

L’attività del coro e la sua evoluzione artistica in questi anni è stato un impegno notevole da parte mia e di Giò Bosco, che è stato supportato da professionisti come Angelo Cascarano, Isabella Del Principe e Andrea Mercadante, oltre che dallo zoccolo duro dei nostri affezionati coristi che sono cresciuti con noi promuovendo una dimensione non troppo popolare qui da noi in Italia, che è più terra di cantanti solisti, ma nella quale crediamo molto.

Il coro è una metafora di quella dimensione comunitaria, di accettazione reciproca e di interazione tra generazioni e tipologie umane diverse ed esprime il potenziale emotivo e musicale enorme delle voci insieme.

Anche a Perugia, grazie all’amica Crystal White che tornando in America mi ha passato la palla, da alcuni anni ho avuto l’onore e l’opportunità di fare un percorso diverso con un altro coro, il Trasimeno Gospel Choir. Fortemente radicato sul proprio territorio ed attivissimo in chiese, sagre e associazioni varie. Questo coro nasce con una forte radice gospel tradizionale ma dinamizzata dagli arrangiamenti moderni di Crystal. Io ho dato il mio modesto contributo ad intensificare il repertorio e la capacita’ professionale e sempre seguendo la mia filosofia del “coro moderno”, non inchiodato sul gospel e basta, ho prodotto performance diverse come la rassegna “Vocal Night”, una sorta di jam guidata a tema con il coro che accompagna i cantanti solisti eseguendo i più famosi backgrounds corali di brani dei Beatles, Queen, Aretha Frankleen, Ray Charles, Steve Wonder, ecc.